Sono sempre piú gli italiani che scappano dall´Italia per i motivi piú vari e approdano in Germania aprendo una piccola attivitá.
Come
mai? Cominciando dalla burocrazia, questa la si ricolve si risolve in circa 2 ore e 25 euro circa.
Basta fare l´Iscrizione alla Gewerbeamt (anche online), e comunque io consiglio anche di farsi seguire da un commercialista, dal momento che comunque gli errori fiscali in Germania si pagano molto cari, anche con la galera.
In Germania peró, a differenza dell´Italia, in caso di errori la responsabilitá ricadrá sul commercialista, se questo é partito da lui.
Basta fare l´Iscrizione alla Gewerbeamt (anche online), e comunque io consiglio anche di farsi seguire da un commercialista, dal momento che comunque gli errori fiscali in Germania si pagano molto cari, anche con la galera.
In Germania peró, a differenza dell´Italia, in caso di errori la responsabilitá ricadrá sul commercialista, se questo é partito da lui.
Ritornando al discorso dell´Impresa, la possibiltá di partire con delle Start-Up a costi praticamente irrisori rende la gestione di una ditta molto gratificante. Infatti le Microimprese hanno una tassazione
irrisoria: la
possibilità di arrivare a fatturare fino a 500.000 euro annui senza
avere obblighi particolari ai fini contabili, senza bisogno di
dichiarare (ma nemmeno scaricare) IVA, e con una tassazione su un utile
massimo di 50.000 euro che arriva a non più del 25%, e che poi é l´unica
tassa da pagare per le microimprese.
Si capisce bene come in
questo modo lo Stato tedesco dà la possibilità di crescere pian piano
senza bisogno di indebitarsi fino al collo e senza nemmeno essere
schiacciati dalle tasse. Inoltre con questo sistema é più semplice
reinvestire parte dei ricavi nella ditta stessa.
Da
questi piccoli dati, ben si comprende come mai molti decidono di chiudere in Italia
ed aprire all´estero, in questo caso in Germania, un´azienda.
Basta
pensare che nei primi 9 mesi del 2014, hanno chiuso i battenti in
Italia ben 11.103 aziende, cioè 61 al giorno, considerando solo le
dichiarazioni di fallimento, quindi escluse le aziende chiuse senza
istanze fallimentari.
Di
contro, sul territorio tedesco nello stesso periodo sono state aperte
165.000 microimprese e 95.000 grandi aziende, numeri in leggera
flessione rispetto al 2013, ma comunque notevoli!
Tradotto
in soldi significa che il fisco italiano avrà meno entrate (e si parla
di centinaia di milioni di euro) e, seguendo la logica degli ultimi 20
anni, aumenterà chissà quali tasse.
Di
contro il fisco tedesco si vedrà arrivare parecchie entrate (e anche
qui si parla di centinaia di milioni di euro, se non miliardi) e,
seguendo la logica degli ultimi anni, diminuirà le tasse.
Un vero peccato per l´Italia, un paese dal patrimonio culturale protetto dall´Unesco piú ricco al mondo, dai i mari piú belli, dall´ingegno artistico e tecnologico piú creativo.... un paese dove dovrebbe essere meraviglioso fare dell´Imprenditoria.
Sono
bellissime le parole degli italiani emigrati all´estero intervistati
alla fine del documentario “Girlfriend in a Coma”, di Bill Emmott (ex
direttore della rivista britannica The Economist) e da Annalisa Piras
(regista e giornalista per l´Espresso), che riassumendone il concetto
dicono: “Italia? Sarebbe bello ritornarci, abbiamo il paese più bello
del mondo. Ma poi, ripensandoci, non avrei mai potuto costruire una
vita, una famiglia, un lavoro come ho fatto qui all´estero”.
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